Habitat fluviale

1. Inquadramento territoriale con contestualizzazione all’interno della Riserva del Litorale Romano e richiami a zone già note ai partecipanti alla visita;

2. Esplorazione dell’argine con una esposizione sulle particolarità biotiche delle sponde della zona (Flora e fauna), con ampio e coinvolgente impiego di materiale (tracce/reperti) già raccolte in precedenza (e/o trovate durante la visita stessa), da mostrare (ed eventualmente far manipolare) ai partecipanti, il tutto usato come pretesto per la trattazione di tematiche correlate e “condito” da spiegazioni esposte in maniera interattiva e con linguaggio adeguato e pienamente comprensibile ai partecipanti.

3. Prelievo di acqua da analizzare grossolanamente con termometro idoneo e strisce multi-Test (temperatura, pH, durezza H2O, Nitriti, Nitrati, Cloro, ecc.) assieme ai visitatori in modo da introdurre il tema della vivibilità dell’acqua del fiume e creare ulteriore aggregazione e coinvolgimento di tutti i soggetti, anche di chi affetto da deficit attentivi, trova giovamento nello svolgere in prima persona attività manuali contestualizzate.

4. Trattazione del tema “Specie alloctone”, sia vegetali (sia “storiche” che recenti) che animali (sia delle sponde che in acqua), facendo riflettere, al solito, sul cosa è possibile fare in prima persona (fondamentale per il coinvolgimento e per la presa di coscienza) nelle svariate scelte da prendere a riguardo (riflessioni su: commercio legale e illegale di specie esotiche; eticità della detenzione di specie animali e vegetali con i relativi rischi di “fughe” e/o liberazioni; ecc.), facendo esempi vari e interessanti (mostrando anche tracce/reperti inerenti).

5. Trattazione delle dinamiche “Operato antropico/Ambiente fluviale”, quali: inquinamento; modificazione della copertura vegetazionale e territoriale in generale (su piccola e vasta scala di visione); ecc.

6. Discussione/Trattazione di esempi positivi di realtà presenti sul territorio (consigliandone, magari, la fruizione/conoscenza), tra cui: aziende agricole “sensibili” a tematiche di rispetto ambientale e sociale; centri di soccorso e protezione faunistica come il CHM (Centro Habitat Mediterraneo della Foce del Tevere); aree verdi pubbliche già presenti o in prossima riqualifica/istituzione (esempio: Parco del Drago); realtà di trasporto turistico-ricreativo sul fiume.