Appuntamento ore 16.45, Largo Leopardi 2
Contributo euro 7 visita, 2 per radio con auricolare, euro 5 biglietto d’ingresso (gratuito per possessori di MIC).
Posti limitati
Apertura straordinaria.
La città di Roma sin dalla tarda età repubblicana era circondata da un’ampia cintura verde, costituita da vaste e sfarzose proprietà, gli “Horti” .
Appartenenti inizialmente a ricchi patrizi, divennero tra le fine del I sec a.C. e gli inizi del I sec d.C. prevalentemente ad appannaggio di personaggi della cerchia augustea per diventare, con il tempo, quasi tutte di proprietà del demanio imperiale.
Gaio Cilnio Mecenate, influente consigliere e collaboratore del primo Imperatore, noto per essere stato il protettore della nuova generazione di poeti, uomo ricchissimo e colto, realizzò i suoi Horti nella zona dell’Esquilino, precedentemente occupata da una vasta area sepolcrale.
Il poeta Orazio ci racconta che per costruire la sua fastosa residenza, coprendo il malsano cimitero dei poveri che occupava questa zona dell’Esquilino, Mecenate fece in parte anche livellare l’aggere delle Mura Serviane. Alla sua morte la sua villa venne ereditata da Augusto.
Il c.d. Auditorium è una vasta aula absidata, rinvenuta casualmente nel 1874 durante i lavori per l’apertura di Via Merulana, e faceva parte di un complesso più vasto, posto a cavallo delle Mura Serviane e che purtroppo fu subito demolito.
L’aula, lunga complessivamente poco più di 24 mt, era in antico semi sotterranea e coperta con volta a botte, le pareti erano riccamente decorate con affreschi, oggi solo parzialmente conservati, con pitture di giardino.
L’aula è chiusa da un’abside con una gradinata, che ha gradini troppo stretti per far pensare ad una cavea teatrale (ipotesi che all’epoca della scoperta diede al monumento il suo attuale nome), ma è identificabile invece con una fontana monumentale.